Situato in un’area centrale dalle forti valenze monumentali, a due passi dalla chiesa di Santa Maria della Passione, dal Collegio delle Fanciulle e dal Conservatorio Giuseppe Verdi, il progetto per la casa di via Conservatorio si deve inoltre confrontare con un importante preesistenza, dalle chiare valenze affettive per Magistretti, vale a dire l’edificio realizzato negli anni ‘20 dal padre Pier Giulio, in angolo con via Bellini.
La soluzione compositiva si caratterizza planimetricamente per un impianto ad L, in cui il lato corto corrisponde ad un corpo di altezza variabile, mosso da una serie di balconi di differenti dimensioni, mentre al quarto piano un ampio terrazzo è reso possibile dall’arretramento degli ultimi due livelli.
Questo gioco degli sfalsamenti di piani, siano essi i balconi in differente aggetto o gli arretramenti di volumi, contribuiscono a conferire al complesso una notevole dinamicità, che ne rende una difficile percezione sintetica e immediata.
La massa compatta dell’esiguo prospetto su strada, poggia su una fascia basamentale il cui tamponamento è interamente vetrato il cui effetto di svuotamento è accentuato dal leggero arretramento del pilastro dal filo di facciata.
Con l’uso dell’intonaco rosso intenso, l’architetto Magistretti mostra un’attenzione alla tradizione e all’ambientamento, instaurando un rispettoso rapporto cromatico, affermando una chiara volontà di autonoma modernità.
Il lato sul cortile, più compatto e regolare, mostra un tono più sereno, articolandosi in ripetute fasce orizzontali finestrate e in una vetrata continua a livello basamentale, mentre verso il giardino l’inserimento di un bovindo a tutta altezza introduce un elemento di verticalità che fa da contrappunto all’orditura orizzontale del resto dei prospetti.
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